Blaise Pascal affermava: "Non ci accontentiamo della vita che è in noi e nel nostro proprio essere, vogliamo vivere nel pensiero degli altri una vita immaginaria, e per questo ci sforziamo di apparire. Lavoriamo senza posa ad abbelliree a conservare il nostro essere immaginario trascurando quello vero."
Ogni tanto dovremmo fermarci a guardare dentro di noi e chiederci: In quale misura è falso ciò che faccio apparire di me? Se per me è più importante essere, devo capire e domandarmi: Quanto sono profondamente diverso da ciò che faccio vedere?
Secondo me il mero apparire che non abbia alla base una sostanza comunicativa dell'essere, ma un puro esibizionismo sfrenato, sicuramente nasconde problematiche ben più serie le cui radici affondano in una solitudine profonda e in un'insicurezza malcelata.
Se però l'apparire ha la sostanza dell'essere che attraverso l'immagine veicola un pensiero, ha un significato profondamente differente.
A mio avviso essere e apparire non solo non devono essere in conflitto, ma devono esistere e coesistere per completare l'essere umano e farlo esprimere nella sua intierezza.
Per apparirei più intendono dare un'immagine falsata di sé agli altri, mostrarsi per quello che non si è per compiacere i dettami del buon vivere o del convivere; ma se invece ci si mostrasse senza paura per quello che si è realmente? E se l'immagine non fosse altro che un mezzo per far arrivare cose molto più importanti che appartengono all' essere che se non accompagnato dall'apparire avrebbe meno forza comunicativa?
Ci vuole coraggio e molta sicurezza in se stessi per apparire per quello che si è veramente nell'essere, al contrario apparire per un banale mostrarsi, come ho già detto, penso nasconda insicurezze profonde con radici problematiche.
Essere è l'identità della persona, la sua intima natura, ciò che si è; apparire è il mettersi in vista, avere l'apparenza, sembrare ma anche mostrarsi. Attraverso l'essere esprimiamo la nostra identità, un modo di vivere personale e necessario, la nostra unicità, il nostro contenuto, ma vivendo di relazioni anche l'apparire diventa una manifestazione necessaria.
Se io appaio per come sono davvero, anche in quel momento sono sostanza nell'essere. Spesso all'apparire è associato un significato dispregiativo in quanto sfugge ai più la stretta connessione a mio avviso inevitabile nell'essere umano!
Sin da piccoli abbiamo bisogno di apparire per essere, il bambino si esibisce per attirare l'attenzione degli adulti su di sé per comunicare qualcosa del suo essere. È nella nostra dimensione mostrarci per raggiungere gli altri.
Tutto pare fatto per apparire e quello che appare è destinato ad essere visto, sentito, gustato, odorato. L'uomo sembra essere il centro di questa rappresentazione; egli è il primo spettatore e l'interprete principale: è la sintesi per cui Essere e Apparire coincidono.
L'uomo ha per sua natura e costituzione, per sua capacità, il bisogno di conferme d'esistenza e quello è dato dal vedere ed essere visti, dove apparire e la naturale conseguenza dell'essere.
Alla fine, ciò che uno fa definisce ciò che uno è.
Quindi mostratevi per ciò che siete e se userete la vostra immagine come mezzo per comunicare il vostro essere, va benissimo così… Se sarete criticati per questo, credetemi è solo l'invidia di chi non può o non sa fare altrettanto ed è lì che dovete far subentrare l'essere nella sua consapevolezza con la sicurezza che non permette a nessun piccolo altrui pensiero di destabilizzarvi.
Io mi mostro per ciò che sono realmente e non cerco di apparire diversa, né alterata. Uso l'immagine per condividere un pensiero, non per mero esibizionismo. Apparire per me è una forma espressiva dell'essere. Sono sicura di me e mi piaccio così.
E voi come siete?
Giovanna Politi