E' arrivato
ne avverto l'odore.
Entra in casa
sulla pelle ne sento il calore.
Non ha bussato alla porta per poter entrare
ma come luce di sole
dalla finestra socchiusa
prepotente spalancò le mie persiane.
E non ricordo ancora
se fosse autunno, estate o primavera,
rammento soltanto che al suo arrivo
fiorì di viole il vaso sulla mia ringhiera.
Spazzò via la polvere da ogni piega del cuore
ne riprese i battiti
li accelerò
per farmi capir che era amore,
e poi mi stupiva
per farmi capir che ero viva.
Me ne lasciai soggiogare
anche se lasciarsi andare al bello
non è più facile dell'idea di scappare,
si ha quell'umana paura
restando, di potersi far male.
Ma con lui io la vinsi
e conobbi, seppur per una sola ora,
l'essenza della felicità che all'improvviso esplode
e poi tutto si colora,
conobbi il calor dell'estate sulla pelle
mentre guardavo estasiata d'inverno le stelle,
conobbi la magia dell'autunno in primavera
quando il cader delle foglie
può sembrar fioritura
perché quand'è amore
non importa quale sia la stagione,
e quando è meraviglia
ogni clima al tuo sentire si somiglia.
Mai potrei però riviverne dolcezza
a farne abuso, ne sprecherei bellezza
e può esser solo un tempo breve
quello destinato a un'emozione
folle e fugace come una carezza.